Cani costretti a vivere con una catena fissa al collo, senza la possibilità di muoversi liberamente, senza poter esplorare neanche il giardino della propria abitazione, condannati ad una vita da prigionieri: sono più di 450 gli interventi di liberazione e relativa sanzione che le guardie zoofile dell’OIPA hanno effettuato nella regione Veneto a partire dal 2015 grazie all’aggiornamento della legge regionale effettuato nel 2014 che, in una grande conquista di civiltà, introdusse il divieto dei cani a catena.

Le guardie zoofile dell’OIPA grazie alle molte segnalazioni ricevute dai cittadini sono potute intervenire così in moltissimi casi di cani che, vivendo all’esterno dell’abitazione sempre o solo in assenza dei proprietari, subivano questa forma di detenzione gravemente lesiva del loro benessere, oltre che turbare la sensibilità degli osservatori: proprio come sottolineato dalle guardie dell’OIPA, infatti, da quando è diventata illegale questa pratica è risultata la principale materia di segnalazione da parte dei cittadini di tutto il Veneto.

Le guardie zoofile dell’OIPA, che in qualità di polizia amministrativa e di polizia giudiziaria svolgono un servizio di vigilanza volta alla prevenzione e alla repressione di atti di maltrattamento degli animali o di infrazioni relative ai regolamenti locali e regionali in collaborazione con le forze dell’ordine e degli enti preposti, hanno operato in questi anni sulle provincie di Belluno, Treviso, Padova, Venezia, Verona e Vicenza, scoprendo che nella maggior parte dei casi la catena risulta un escamotage per impedire all’animale di fuggire da recinzioni inadeguate e non a norma.

“La detenzione di un cane a catena è di fatto una condizione crudele oltre che inadeguata: essa non garantisce la soddisfazione delle esigenze etologiche di base, impedendogli un movimento libero ed è spesso l’inizio di una condizione che sfocia poi in forme di maltrattamento e sofferenze fisiche – dichiara Andrea Zamengo, coordinatore regionale per il Veneto delle guardie zoofile dell’OIPA – Tutti questi interventi, a cui hanno seguito liberazioni, sanzioni ma anche sequestri, sono stati resi possibili dall’articolo 3, comma 2 bis della legge regionale 60/1993, che ad oggi ha permesso di salvare più di 400 cani da queste condizioni”.

 

 

Una conquista di civiltà e di rispetto per gli animali che ora è minacciata dalla nuova proposta di legge in materia di animali, che andrebbe a sostituire quella vigente, che sarà discussa in consiglio regionale dopo le elezioni europee, e che rappresenta un passo indietro, rendendo di fatto ancora possibile la detenzione a catena. L’OIPA, insieme ad altre associazioni di protezione animali e al consigliere regionale Andrea Zanoni, hanno proposto alcune modifiche volte alla maggiore tutela degli animali e del loro benessere, anche attraverso incontri di confronto con la cittadinanza.

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