Si era allontanato dalla sua casa di Capalbio (GR) nell’agosto del 2017, è ricomparso vagante qualche giorno dopo a Tivoli (RM) e dopo essere stato accalappiato ha trascorso oltre un anno nel canile comunale perché non sono stati fatti i dovuti accertamenti sull’intestazione del microchip che gli era stato regolarmente applicato. Poche settimane fa, grazie ad un controllo effettuato dalle guardie zoofile OIPA Roma, Lupino, giovane meticcio, ha potuto ricongiungersi con la sua famiglia e tornare finalmente a casa.
Coinvolte nella verifica della regolarità dei documenti di un cane richiesto in adozione presso il canile di Tivoli, con il quale collaborano per attività di gestione del randagismo, le guardie zoofile OIPA Roma vevano infatti notato un’annotazione riguardante la registrazione del microchip presso l’anagrafe canina Toscana. Le successive indagini hanno permesso di risalire in pochi minuti alla proprietaria di Lupino, che dopo averlo cercato a lungo, lo credeva ormai morto.
“Questa vicenda ha procurato molto dolore sia al piccolo Lupino sia alla sua famiglia, ma si sarebbe potuta facilmente evitare – spiega Claudio Locuratolo, coordinatore guardie zoofile OIPA Roma – La Legge regionale 34/97 all’articolo 16, specifica infatti che spetta proprio all’azienda sanitaria locale competente per territorio, in presenza di elementi identificativi dei proprietari degli animali catturati, avvertirli immediatamente. Un’operazione che noi, tra l’altro, abbiamo svolto in non più di mezz’ora. Per contrastare e gestire efficacemente il randagismo è di vitale importanza che tutti gli attori coinvolti, dai Comuni, alle Asl fino ai canili, adempiano al loro ruolo con serietà, diversamente casi come questo continueranno a verificarsi andando a gravare su una situazione già fortemente compromessa”.

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