Vivevano con le caviglie legate ad una corda di pochi cm, proprio come dei condannati ai lavori forzati: “impastoiati” da più di 10 giorni all’interno di terreno recintato, due cavalli sono stati sequestrati grazie agli accertamenti condotti dalle Guardie eco zoofile dell’OIPA di Palermo, intervenute in seguito ad una segnalazione di maltrattamento nel comune di Blufi.  I due cavalli, mamma e puledro, erano non solo privi di un riparo adeguato e con poca acqua stagnante a disposizione in una rudimentale vasca da bagno, ma impossibilitati a deambulare correttamente proprio a causa di una fune molto corta che legata alle caviglie delle zampe anteriori senza nessuna guaina protettiva, aveva provocato loro delle profonde e dolorose ferite.

L’uso delle pastoie, un’antica usanza purtroppo ancora molto diffusa nelle aree rurali del nostro paese, avrebbe lo scopo di bloccare gli animali ed evitare che si allontanino eccessivamente delle aree del pascolo. Un pratica molto crudele, spesso giustificata anche come necessaria all’addomesticamento, che non solo limita enormemente le possibilità di movimento degli animali, ma che si configura come un vero e proprio metodo coercitivo in quanto lesivo del comportamento naturale dell’animale.

Allertati sul posto i Carabinieri, i due cavalli sono stati sequestrati, sottoposti agli accertamenti veterinari e affidati in custodia giudiziaria ad un’azienda agricola, mentre i proprietari, a cui si è risaliti grazie al microchip, sono stati denunciati per maltrattamento di animali e detenzione incompatibile produttiva di gravi sofferenze.

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