Scheletrici, deperiti, affetti da un’evidente dermatosi e alopecia diffusa con lesioni da decubito sparse sul corpo: drammatiche le condizioni di sette cani sequestrati dalle guardie zoofile dell’OIPA di Bologna intervenute insieme ai Carabinieri Forestali, alla Polizia Locale di Camugnano e al Servizio Veterinario dell’Azienda Ausl nell’abitazione di una donna 64enne ora indagata dalla Procura di Bologna per maltrattamento di animali.

Rinchiusi all’interno di un recinto, cinque cani di razza, una femmina e un maschio labrador, un pastore tedesco, un golden retriever e un siberian husky, erano detenuti in condizioni di salute devastanti insieme a due cuccioli meticci, entrambi sprovvisti di microchip, un maschio di circa tre mesi e una femmina di circa sette mesi.

Come evidenziato dalla relazione del servizio veterinario presente durante il sopralluogo, la situazione sanitaria dei cani si presentava tragica. Oltre alle visibili condizioni di grave denutrizione, tanto che i cani pesavano circa la metà del loro peso forma, il loro stato di salute generale era aggravato da un’infezione cutanea molto estesa, comprendente muso, dorso e zampe, conseguente ad una probabile contaminazione da rogna.

Durante il sopralluogo, inoltre, le guardie dell’OIPA hanno purtroppo rinvenuto altri cinque cani deceduti e seppelliti nelle adiacenze della casa.
Una volta sequestrati, i sette cani sono stati affidati in custodia al canile comunale di Sasso Marconi, ma per tre di loro è stato necessario un ricovero immediato presso una clinica veterinaria per scongiurarne il decesso, visto lo stato terribilmente precario in cui versavano.

La proprietaria, una donna affetta da disagio psichico e seguita dai servizi di igiene mentale, era stata già condannata per maltrattamento di animali dal Tribunale di Bologna a seguito di un sequestro penale di sei cani ad opera delle stesse guardie dell’OIPA nel 2019 ma, purtroppo, con un provvedimento successivo, il Tribunale del riesame glie li aveva restituiti, nonostante il canile di Valsamoggia avesse già trovato dei volontari per il ruolo di custodi giudiziali. Un provvedimento inconcepibile, che ha condannato a morte tre dei cani che le sono stati riaffidati.

Ora in cura, una volta che le loro condizioni di salute saranno stabilizzate, i sette cani potranno essere affidati in custodia giudiziaria a famiglie che ne faranno richiesta, così da consentire loro di ricominciare una vita dignitosa e lontana dalle sofferenze.

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