Le guardie zoofile OIPA “La modifica peggiorativa toglierebbe un parametro certo per sanzionare chi non detiene correttamente gli animali”

Nessuna regola che stabilisca in quanto spazio debbano essere detenuti i cani di privati che vivono all’esterno delle abitazioni. Questa la proposta di modifica del Regolamento di attuazione della Legge Regionale 10/97 sul randagismo firmata dal Consigliere Regionale Federico Talè (Italia Viva) e alcuni consiglieri del PD, secondo i quali sarebbe da eliminare il parametro di 8 metri quadrati previsti come superficie minima all’interno della quale detenere un cane.

Una proposta inaccettabile sia perché va a modificare in maniera peggiorativa un Regolamento valido e creato grazie alla collaborazione tra politica e associazioni di protezione animali, sia perché andrebbe a minare gravemente la possibilità di comminare sanzioni amministrative durante i controlli di guardie zoofile e forze dell’ordine togliendo un parametro certo a cui fare riferimento. Senza un indicatore chiaro la valutazione dipenderebbe dal parere soggettivo dell’agente, lasciando spazio a controversie e quindi ad un’applicazione della legge confutabile, mettendo inoltre in discussione la funzione preventiva che deve avere un regolamento come quello in esame  – sottolinea Rocco Coretti, coordinatore regionale guardie zoofile OIPA per le Marche –  È inoltre importante ricordare che andare a limitare ulteriormente lo spazio di vita di animali già costretti costantemente alla detenzione in box e recinti va a minare in maniera incontrovertibile il loro stato fisico e psicologico”.

Le principali associazioni della regione hanno quindi chiesto al Consiglio di essere ricevute per esporre le motivazioni contrarie a tale proposta e fare appello al buon senso e sensibilità dei consiglieri che non hanno firmato affinché prendano le distanze da quello che sarebbe passo nella direzione contraria rispetto al volere della collettività che ama e tutela gli animali.

Sono tante le Amministrazioni Comunali che stanno creando sinergie tra gli uffici preposti e le associazioni animaliste locali, proprio per poter aggiornare e migliorare tale convivenza, attraverso regolamenti validi e sempre più sensibili, sarebbe grave se proprio la regione Marche si muovesse in senso opposto” conclude Coretti.