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L’OIPA POTENZA IN AZIONE CONTRO L'INQUINAMENTO
DELLA DIGA DEL PERTUSILLO

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La diga del Pertusillo ha una potenzialità produttiva di 4.500 litri al secondo, un’altezza allo sbarramento di 100 metri, una capacità di 155 milioni di metri cubi d’acqua circa ed è l’invaso che destina il 65% delle sue acque alla vicina Puglia , che utilizzano per usi irrigui e potabili.
Un lago artificiale riconosciuto come Sic e Zps in Zona 1 del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, il secondo della Regione.
Purtroppo la Valle dell’agri, il suo splendido lago e il territorio circostante compongono un micidiale puzzle di emergenze ambientali, basta pensare alla fuoriuscita di idrocarburi dal sottosuolo insieme ad acqua di sorgente, nella zona della piscina Comunale di Tramutola ,che noi dell’ OIPA abbiamo già in passato segnalato e sulla quale si è chiesto l’intervento dell’Arpab per il monitoraggio; ai rilasci di idrocarburi dalle attività di estrazione petrolifera; agli scarichi abusivi che stiamo rintracciando e segnalando alla Polizia Provinciale di Potenza; e a tanti altri casi.

Dopo l’Alga rossa, che ha minacciato l’equilibrio dell’ecosistema e la salute dei cittadini che traggono dalle sue acque la fonte primaria di approvvigionamento idrico, i risultati usciti dalle analisi del 20 maggio 2011 fatte eseguire dall’ Associazione EHPA con la nostra collaborazione. Si è voluti andare piu’ in fondo infatti si è collaborati sempre con l’ Associazione EHPA per realizzare anche analisi di un campione “ di saggio” dei sedimenti del Pertusillo, il tutto con l’intento di salvaguardare il Patrimonio faunistico del Lago il quale, in genere, tutte le specie ittiche viventi stabilmente o temporaneamente in stato di libertà nelle acque interne del territorio Nazionale costituiscono patrimonio indisponibile dello Stato.
Oggi vedendo i risultati, si puo’ affermare che la moria di pesci (Ciprinidi) possa essere causata da un grave forma di inquinamento sia del fondo che delle acque della diga e che potrebbe mettere a repentaglio l’incolumità di altre specie animali. Non escludiamo che la moria possa proseguire nei prossimi giorni. Solitamente accade che le carcasse di carpe affiorino a pelo d’acqua per diversi giorni. Poi la situazione torna «normale»: ma solo nel senso che a sopravvivere sono unicamente gli esemplari più resistenti o che si spostano in acque meno inquinate.

La situazione è drammatica, da non vedere per quanto è brutta, i pesci sono morti a migliaia, è una situazione di gravissima emergenza per questo si sollecita l’intervento dell’Istituto superiore di Sanità e della regione Basilicata.
Prendendo atto, anche delle recenti dichiarazioni, sul malfunzionamenti di impianti di depurazione con sversamento nel fiume Agri di acque non correttamente depurate vogliamo precisare che (sapendo di dare informazioni già acquisite e conosciute), che chi con uno scarico crea un danno reale e sostanziale su un fiume, lago o mare risponde anche del (grave) reato di danneggiamento aggravato di acque pubbliche previsto dall’ art. 635/II° comma n. 3 del Codice Penale, ed il reato di violazione al vincolo paesaggistico – ambientale del T.U. sui vincoli paesaggistici – ambientali previsto dal D.L.vo n. 490/99. pertanto chiediamo l’immediato avvio delle procedure per l’individuazione dei responsabili di un cosi grave inquinamento e, che il fiume Agri, Caolo e lo stesso Lago di Pietra del Pertusillo vengano costantemente monitorati con maggiore attenzione e che al monitoraggio debbano partecipare anche le Associazioni di Protezione Animali.

Il Direttore dei corsi formativi per Guardie Eco-Zoofile Provincia di Potenza dell’ OIPA Italia.
Roberto TEDESCO




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