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SEQUESTRO LEVRIERI CAMOGLI (GE): LE GUARDIE ZOOFILE OIPA
“I CANI ERANO SOFFERENTI E A UN PASSO DALLA MORTE PER PROLUNGATA INCURIA. NON C’ERA VOLONTA’ DI CURARLI, IL SEQUESTRO NECESSARIO PER SALVARE LORO LA VITA”.

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29/9/16
AGGIORNAMENTO

A seguito delle informazioni e dichiarazioni che stanno circolando in rete e sulla stampa locale in merito al sequestro di tre levrieri afgani effettuato a Camogli (GE) dalle guardie zoofile OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) in collaborazione con la polizia locale, è opportuno chiarire che il sequestro, convalidato dal Pubblico Ministero, è stato effettuato sulla base della contestazione del reato di maltrattamento di animali. L’ipotesi di reato è stata basata su evidenze riguardo la gestione dei cani e il loro gravissimo stato di salute, attestato dal medico veterinari Asl intervenuto sul posto, oltre a dichiarazioni della detentrice riguarda la mancanza di volontà di curare i cani.

All’esame del veterinario i cani sono risultati caratterizzati da “stato nutrizionale grave, cachettici e con ipotrofia muscolare”. Nello specifico:
- levriero femmina di 5 anni, aveva, secondo il referto veterinario compilato pochi giorni dopo il sequestro, “piaghe da decubito a livello delle tuberosità ischiatiche”, “i bulbi oculari infossati per idratazione carente”, “dermatite secca con alopecia”, “allergia da pulci”;
- levriero maschio di 8 anni, era “molto magro, disidratato” e affetto da “congiuntivite con secrezione purulenta bilaterale” oltre che da “grave otite purulenta e molto dolorosa” e “dermatite cronica eritematosa con croste e scaglie cutanee”;
- altro levriero maschio di 8 anni, aveva “prominenze ossee in evidenza”, era “disidratato e con bulbi oculari infossati”. Anche lui era affetto da “otite purulenta dolorosa e dermatite eritematosa con alopecia, croste e scaglie cutanee” oltre che invaso dalle pulci.

Tale livello è stato raggiunto da un’incuria totale e protratta a lungo nel tempo e che, per stessa ammissione della detentrice, non sarebbe cambiata in quanto ha espressamente dichiarato che non era intenzionata a far curare gli animali. Il quadro generale della gestione dei cani è inoltre aggravato da diverse testimonianze raccolte nel tempo, tra cui una riguardo a percosse pubbliche a danno dei levrieri.

Appare quindi evidente che affermazioni riferite alla proprietaria, come quelle riportate dal quotidiano locale Il Nuovo Levante: “La sua colpa? Avere 71 anni e non essersi resa conto dell’eccessivo dimagrimento dei tre cani che per razza sono magri di natura e che, in ogni caso, avrebbero potuto essere curati nella propria abitazione”, non sono aderenti alla realtà e mostrano una mancanza di conoscenza dei fatti. Il medico veterinario intervenuto ha infatti escluso la possibilità di curarli in casa visto lo stato di salute generale troppo compromesso e tale da essere migliorato solo di recente dopo oltre un mese di cure, che proseguono tutt’ora.

Va inoltre precisato che la signora A.P. non era la proprietaria dei cani, ma appunto la detentrice, che li aveva ricevuti in affido temporaneo (e in tutt’altre condizioni di salute – vedi foto in allegato contrassegnate dalla dicitura “PRIMA DELL’AFFIDO”, che mostrano le condizioni dei cani prima di essere affidati alla signora A.P.) da circa un anno, i maschi, e da circa un mese, la femmina, da due allevatori della razza.

“Le guardie zoofile OIPA prediligono sempre, quando possibile, l’approccio conservativo – spiega Giuliana Luppi, coordinatrice del nucleo di guardie zoofile OIPA Genova - ma in questo caso non erano presenti le condizioni minime di benessere degli animali né l’intenzione di perseguirlo, ma soprattutto gli animali erano in pericolo di vita”.

Il canile comunale di Genova in cui sono attualmente ospitati i cani, per mano delle guardie zoofile OIPA, ha presentato al PM la richiesta di poter dare gli animali in affido giudiziario in modo da poterli trasferire al più presto presso famiglie private.


2/9/16
SCHELETRICI, AFFAMATI, MALATI, DEPRESSI: QUESTE LE TERRIBILI CONDIZIONI IN CUI SONO STATI TROVATI TRE LEVRIERI AFGANI SEQUESTRATI DALLE GUARDIE ZOOFILE OIPA GENOVA A CAMOGLI

Guardandoli non ci si può non chiedere “se questo è un cane”. Scheletri ambulanti che si reggevano in piedi a fatica e visibilmente malati,  tre levrieri afgani vivevano rinchiusi in un’abitazione privata di Camogli (GE), in condizioni di incuria tale da portarli a un passo dalla morte.

A seguito di una segnalazione, le guardie zoofile OIPA Genova hanno dovuto effettuare due sopralluoghi con Polizia locale e Asl veterinaria per riuscire a sottrarre i cani ai maltrattamenti a cui venivano sottoposti. L’anziana proprietaria, già seguita dai servizi sociali, ha infatti ostacolato le operazioni, anche strattonando e buttando fisicamente fuori di casa le guardie zoofile. La donna sosteneva infatti che i cani non fossero in cattive condizioni.

“E’ l’ennesimo caso in cui il disagio sociale di una persone si trasforma in maltrattamento per gli animali con cui vive – spiega Giuliana Luppi, coordinatrice del nucleo di guardie zoofile OIPA Genova – Chi segue persone con questo tipo di problematiche, come ad esempio i servizi sociali, non può guardare dall’altra parte di fronte alla sofferenza degli animali, perché sono vittime impossibilitate a sottrarsi a condizioni di vita insostenibili. In questi casi è necessario agire in squadra per salvare sia le persone che gli animali”.

I cani, due maschi e una femmina, sono stati sottoposti a sequestro e la donna denunciata per maltrattamento di animali e detenzione non idonea e produttiva di gravi sofferenze. Dopo il trasferimento in canile, gli animali sono stati visitati e trovati cachettici, in grave stato di denutrizione e disidratazione, oltre che affetti da dermatite e alopecia.  




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