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PRIGIONIERA IN CAPPIO PER CINGHIALI, UNA GIOVANE
LUPA È SALVA GRAZIE ALL’INTERVENTO DEI VOLONTARI
E DELLE GUARDIE ZOOFILE OIPA

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18/11/14

La fine di un mito, la salvezza della specie: l’uccisione del “lupo cattivo”

 “Con tutti gli esseri, e con tutte le cose noi saremo fratelli”: è il detto degli indiani d’America che ufficializzò l’operazione “San Francesco e il lupo”, la prima campagna avviata a livello internazionale allo scopo di salvaguardare il lupo, promossa nel 1970 dal Parco Nazionale d'Abruzzo in collaborazione con il WWF. Era un’impresa d’avanguardia, che si proponeva l’obiettivo di demolire la leggenda del “lupo cattivo” diffondendo una corretta informazione sull’etologia di un animale rimasto fino ad allora sconosciuto e per questo motivo perseguitato fino al rischio d’estinzione.

Una grande influenza sull’opinione pubblica fu esercitata anche dal film “Morte di una leggenda”, proiettato in più parti d’Italia dal Gruppo Lupo; il film smentiva le credenze legate al mito del “lupo cattivo”, mostrando quanto fine e complessa fosse la vita sociale di un branco di lupi, predatori diffidenti e schivi che raramente rappresentano un pericolo per l’uomo.

Tutelato da normative internazionali, comunitarie, nazionali e regionali, oggi il lupo è scampato al rischio di estinzione, ma il caso di che vi raccontiamo oggi, come quello di molti altri giovani lupi rinvenuti impallinati, avvelenati o morti in incidenti stradali (le tre principali cause di morte per questa specie animale), indicano come questo grande predatore sia ancora esposto a numerosi pericoli. Si stima, infatti, che ogni anno in Italia muoiano almeno più di 100 individui.

Approfondire la conoscenza, di qualsiasi specie animale, allontana la paura e contribuisce alla sua salvezza. Vogliamo allora ricordare le parole di Luigi Boitani, uno dei massimi esperti italiani, membro del Wolf Group dell’UICN, incaricato di eseguire la prima indagine italiana sulla situazione del Lupo appenninico: “accade così che per salvare il lupo dobbiamo prendere coscienza che se tra noi e lui c’è un disadattato non è certo il lupo. Esso, infatti, è riuscito benissimo ad adattarsi all’uomo, mentre gli uomini non sono riusciti a fare lo stesso nei suoi confronti. Per salvare questo animale, dobbiamo uccidere la sua immagine, quel lupo immaginario che, lungi dall’essere lo specchio di quello reale, è solo una nostra invenzione”.


Prigioniera in cappio per cinghiali, una giovane lupa è salva grazie all’intervento dei volontari e delle guardie zoofile OIPA

Intrappolata in un cappio per cinghiali, un esemplare femmina di lupo è stato soccorso dalle Guardie zoofile e dai volontari OIPA di Napoli presso la frazione Polvica di Nola (NA).

Secondo il parere dei medici veterinari, la lupa, di circa due anni, si era avvicinata al centro abitato in cerca di cibo e sarebbe rimasta prigioniera del laccio da almeno un giorno e mezzo, visto che la ferita riportata alla zampa posteriore sinistra era infetta. Recuperata dopo diverse ore d’intervento, è stata condotta d’urgenza con l’ambulanza veterinaria presso il Centro Recupero Animali Selvatici dell’ASL NA1.

Nonostante le cure profuse nei giorni successivi al soccorso, i medici veterinari hanno dovuto procedere all’amputazione della zampa che purtroppo era in necrosi. Non appena ristabilita, la lupa sarà liberata presso il Parco Nazionale della Majella, in Abruzzo, dove sarà monitorata da numerosi esperti coinvolti nel Progetto Life Wolfnet, un programma di conservazione e tutela del Lupo appenninico.

Fino a soli pochi anni fa quest’affascinante predatore era quasi scomparso, cacciato e perseguitato sia in Italia che in Europa. Solo grazie a specifici interventi di conservazione, coordinati dai massimi studiosi del settore, il lupo è scampato al rischio di estinzione, anche se rimane costantemente esposto a numerosi pericoli, come mostra il caso in questione, per il quale l’OIPA sporgerà denuncia per segnalare la presenza di trappole illegali sul territorio di Polvica di Nola.




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