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TINA, VOLPE AGONIZZANTE ABBANDONATA AL SUO DESTINO
DALLE AUTORITA' COMPETENTI E RECUPERATA
DALLE GUARDIE ZOOFILE OIPA
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08/07/2013

15.30 del pomeriggio, Cesarino (CS). Una volpe in difficoltà viene notata al bordo di una strada da un abitante di un piccolo comune alle porte di Cosenza. La volpe è immobile, riesce a muovere a malapena la testa, appoggiata ad un grosso masso. Vedendola agonizzante, la persona che l’ha notata decide di allertare le guardie eco zoofile OIPA. Non potendo intervenire immediatamente (le guardie eco zoofile sono volontari, prestano il loro servizio gratuitamente e non hanno la facoltà di intervenire 24 ore su 24, diversamente dalle forze di polizia) il nucleo di guardie OIPA contatta, nell’ordine, i veterinari dell’ASP, la Polizia Provinciale e il Corpo Forestale dello Stato. Tra questi enti preposti al soccorso di animali selvatici, solo il veterinario dell’ASP si rende disponibile.

Aspetta solo una chiamata da parte del Corpo Forestale o della Polizia Provinciale per avere l’ok all’intervento e al successivo ricovero in una struttura. Peccato che dalle diverse telefonate effettuate dal nucleo di guardie ai vari enti preposti, emergano una serie di fatti inquietanti. La Polizia Provinciale risponde che “non sa dove portare l’animale”. Nella provincia di Cosenza, infatti, non ci sono Centri di Recupero di animali selvatici, ad esclusione del CRAS di Rende, che però al momento accoglie solo volatili. Il Corpo Forestale dello Stato non interviene per motivi a tutt’oggi ancora sconosciuti. Le guardie OIPA contattano allora la Prefettura di Cosenza per chiedere un’eventuale deroga presso il CRAS di Rende che avrebbe potuto così accogliere anche la volpe.

Niente. Nessuno delle autorità preposte interviene e la piccola volpe, dopo due ore, giace ancora in stato catatonico ancora ai bordi della strada. In barba alla legge nazionale 157/92 e alla legge regionale n°9/96 gli enti preposti al soccorso, Corpo Forestale e Polizia Provinciale, decidono di lavarsene le mani.

A questo punto intervengono direttamente le guardie OIPA che, nel frattempo, si sono liberate dai propri impegni lavorativi. La volpe viene portata per il primo soccorso presso lo studio di un veterinario di Rende dove, dai primi esami, si riscontra un’insufficienza epatica. Dai primi trattamenti la piccola volpe pare rispondere positivamente. Le cure proseguono fino al giorno successivo. Nel frattempo, le guardie OIPA, grazie all’intermediazione dell’ASP di Cosenza settore Randagismo, riescono a contattare il Centro di recupero animali selvatici di Catanzaro e, a quel punto, con mezzi e risorse proprie, trasportano l’animale a Catanzaro nel centro di accoglienza, dove, dopo qualche ora, la piccola volpe morirà, lasciando una grande amarezza tra tutti i volontari impegnati nel soccorso.

La sua salvezza era legata ad un filo, un filo che poteva ancora essere intessuto se la catena dei soccorsi non si fosse spezzata ancora una volta a causa dell’inadempienza di chi, per legge, avrebbe dovuto tutelare questa piccola vita.
Le guardie e i volontari di OIPA Cosenza desiderano denunciare questa grave lacuna in una provincia che fino ad ora si è distinta per l’impegno nella tutela degli animali.  Arrendersi ad un sistema che delega alle associazioni di volontariato dei compiti che, per legge, sono tenuti a compiere altre istituzioni, significa cancellare tutti i piccoli passi di civiltà compiuti a sostegno dei diritti animali.




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